In occasione del workshop Vedere per credere, credere per reagire – Come usare il Visual Thinking nelle azioni per la giustizia climatica, il team di disegnatori di scribing.it, in collaborazione con Global Platform di Action Aid, ha selezionato alcuni episodi della storia dell’attivismo climatico per ripercorrere gli ultimi decenni e evidenziare l’evoluzione della comunicazione e delle immagini utilizzate per denunciare l’emergenza climatica.
Abbiamo voluto raccontare coloro che si sono impegnati nell’informare e manifestare per la giustizia climatica rappresentando i più importanti protagonisti delle lotte e dei movimenti dell’attivismo climatico.
Il lavoro è stato realizzato su un pannello lungo 8 metri e alto 1,5 illustrato dal vivo, durante la giornata di workshop.
Hanno disegnato: Davide Abbate, Sophie Aiello, Irene Coletto, Rocco Lombardi, Federico Mazzoleni, Marco Paci, Gabriele Peddes, Marta Tranquilli e Sonia Zucchini.
LINEA DEL TEMPO DELLE AZIONI E DELLE IMMAGINI PER LA GIUSTIZIA CLIMATICA
1960
Verifica delle cause antropiche di aumento di CO2 nell’atmosfera
CONTESTO
Lo scienziato statunitense Charles David Keeling iniziò nel 1958 una serie di misurazioni della quantità di CO2 nell’atmosfera raccogliendo i dati in quella che in seguito venne definita la la curva di Keeling. Queste misurazioni continuano da allora sino a oggi. Analizzando la CO2 all’interno dei suoi campioni, il dottor Keeling è stato inoltre in grado di correlare definitivamente questo aumento all’uso di combustibili fossili. Già alcuni scienziati nel 19° secolo sostenevano che l’utilizzo di combustibili fossili avrebbe potuto aumentare i livelli di CO2 nell’atmosfera, ma queste preoccupazioni erano rimaste in gran parte ipotetiche.
Link utili → The Keeling Curve
1962
Primavera Silenziosa
LE IMMAGINI DELL’EMERGENZA CLIMATICA
Il libro di Rachel Carson comunemente ritenuto manifesto antesignano del movimento ambientalista in cui si descrive, con tanto di ricerche e analisi scientifiche, i danni irreversibili del DDT e dei fitofarmaci in genere, sia sull’ambiente che sugli esseri umani.
Illustrazione: Marta Tranquilli
Link utili → Primavera Silenziosa
1970
Earth Day
STORIA DELL’ATTIVISMO CLIMATICO
La più grande manifestazione ambientale del pianeta. Il movimento voleva sensibilizzare l’opinione pubblica statunitense sui danni all’ambiente e alla salute umana derivanti dall’inquinamento e dai rifiuti tossici ispirandosi alle tattiche del movimento contro la guerra. L’evento ebbe un ampio sostegno e partecipazione sia in termini politici che sociali, ottenendo il pieno supporto di repubblicani e democratici e coinvolgendo classi medie e borghesia, sia in aree rurali che urbane.
Illustrazione: Rocco Lombardi
Link utili → The history of the Earth Day
1985
Scoperta del buco nell’ozono
CONTESTO
Lo strato di ozono nell’atmosfera terrestre ci protegge naturalmente dalla dannosa luce ultravioletta (UV). Joseph Farman, Brian Gardiner e Jonathan Shanklin, tre scienziati del British Antarctic Survey, riferiscono di aver rilevato livelli estremamente bassi, tali da generare un vero e proprio buco nello strato di ozono sopra il Polo Sud. In seguito dimostrano anche che i clorofluorocarburi (CFC), gas utilizzati nelle bombolette spray e nei frigoriferi, potrebbero essere responsabili della riduzione dello strato di ozono.
Link utili → A brief history of Climate Change
1987
Lavoratori e indigeni in difesa della Foresta Amazzonica
STORIA DELL’ATTIVISMO CLIMATICO
In Brasile il movimento di raccoglitori di caucciù della foresta amazzonica negli anni ottanta si organizzò in alleanza con le popolazioni indigene per difendere la foresta da disboscamento e attività di sfruttamento. Guidato dal sindacalista Chico Mendes (che venne ucciso nel 1988 su mandato di possidenti terrieri), il Consiglio Nazionale dei Seringueiros (CNS, Conselho Nacional do Seringueiros) portò queste rivendicazioni alle Nazioni Unite e presso importanti istituzioni internazionali, accusando le grosse finanziarie statunitensi dietro i progetti di disboscamento che causavano la disoccupazione forzata dei seringueiros, l’esilio forzato dei contadini indios dell’Amazzonia e un danno ecologico di dimensioni planetarie. Nel 1987 la BID (Bank of Interamerican Development) ritirò i propri investimenti in Amazzonia e nel 1988 il movimento riuscì a a ottnere la creazione di una riserva estrattiva di caucciù nel seringal Cachoeira.
Illustrazione: Rocco Lombardi
Link utili → Chico Mendez
1987
Campagna per la diversità dei semi e la sovranità alimentare
STORIA DELL’ATTIVISMO CLIMATICO
Navdanya è un’organizzazione fondata nel 1987 in India da Vandana Shiva per la difesa della sovranità alimentare, dei semi, dei beni comuni, e dei diritti dei piccoli agricoltori in tutto il mondo. Nel 2012 ha lanciato la Campagna Globale per la Libertà dei Semi (Seed Freedom) in risposta alla crescente crisi dovuta al tentativo delle multinazionali di imporre il proprio monopolio sui semi e sul cibo tramite strumenti quali brevetti sui semi, accordi commerciali e OGM.
Illustrazione: Rocco Lombardi
Link utili → Navdanya
1988
Nsce IPCC (Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) dell’ONU
CONTESTO
L’ONU lancia il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC). Alla squadra di esperti viene affidato il compito di valutare lo sviluppo della scienza sul cambiamento climatico e di fornire informazioni aggiornate ai governi. È importante sottolineare che i rapporti dell’IPPC vengono utilizzati come punto di riferimento nei negoziati internazionali sul clima, giocando un ruolo fondamentale nel processo volto a convincere i vari Paesi a concordare misure necessarie per affrontare la questione.
Illustrazione: Sophie Aiello
Link utili → Intergovernmental Panel Climate Change
1989
Protocollo globale contro i Cluorofluorocarburi CFC
CONTESTO
In seguito alla scoperte del buco nell’ozono, nel 1987 viene approvato il Protocollo di Montreal, che richiede la riduzione e poi il divieto totale dei CFC. Si tratta di una delle politiche ambientali globali di maggior successo del ventesimo secolo e ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sui cambiamenti climatici. Il protocollo è entrato in applicazione nel 1989 e in seguito è stato ratificato e ampliato più volte.
Link utili → UN Environment Program
1992
Summit della Terra
CONTESTO
Rio de Janeiro: in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo si produce la Convenzione quadro UN sui cambiamenti climatici, ma gli Stati Uniti bloccano le richieste di azioni d’impatto. Il Summit della Terra di Rio ha stabilito una serie di principi per il miglioramento e la protezione dell’ambiente adottati da 178 paesi tra cui l’Agenda 21 (documento guida sullo sviluppo sostenibile), la Convenzione sulla Diversità Biologica e la Convenzione sul Cambiamento Climatico. E’ la prima volta che le questioni economiche, climatiche e lo sviluppo internazionale vengono trattate insieme. Il vertice non fu più rivisitato per altri 20 anni, quando si tenne Rio+20 nel giugno 2012.
Link utili → Il Percorso dello Sviluppo Sostenibile
1993
Movement for the Survival of the Ogoni People (MOSOP)
STORIA DELL’ATTIVISMO CLIMATICO
Nei primi anni ’90 il Movimento per la Sopravvivenza del Popolo Ogoni, caratterizzato da metodi di protesta non violenti, guidato dall’attivista Ken Saro Wiva, agiva per difendere i diritti della popolazione Ogoni nel Delta del Niger, ponendo l’attenzione sull’impatto distruttivo dell’industria petrolifera e chiedendo ridistribuzione equa dei profitti petroliferi per gli Ogoni e interventi di bonifica delle aree segnate dall’industria fossile. Il movimento si concentrò sulle responsabilità della Shell, una delle principali aziende attive nella zona. In seguito alla crescente protesta (una marcia nel 1993 coinvolse 300.000 persone), la Shell sospese le operazioni nel Delta del Niger. Nel 1994 Ken Saro-Wiwa fu arrestato con false accuse e condannato a morte. Un anno dopo, insieme ad altri otto leader del movimento furono frettolosamente impiccati prima della scadenza di eventuali ricorsi alla condanna. Venne avviata una causa contro la Shell, per dimostrare il suo coinvolgimento nell’esecuzione di Saro-Wiwa in cui la multinazionale ha subito patteggiato, accettando di pagare un risarcimento di 15 milioni e mezzo di dollari.
Illustrazione: Sonia Zucchini
Link utili
→ Ken Saro-Wiwa
→ Life and Legacy of Ken Saro-Wiwa: The view from beyond (podcast)
1997
Protocollo di Kyoto sulla riduzione dei gas serra
CONTESTO
Primo accordo internazionale sulla limitazione dell’emissioni di gas climalteranti, promosso nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Nel 1997, 41 paesi industrializzati e l’Unione Europea a Kyoto in Giappone, firmano il primo accordo tra le nazioni per imporre la riduzione dei gas serra. Gli Stati Uniti, all’epoca il più grande emettitore, non aderiscono. Il trattato impegnava a ridurre le emissioni in media del 5% entro il periodo 2008-2012, sebbene vi fossero ampie variazioni sugli obiettivi per i singoli paesi.
Link utili → Kyoto Protocol history
1999
Hockey Stick Graph
LE IMMAGINI DELL’EMERGENZA CLIMATICA
Il grafico definito Hockey Stick è stato reso popolare dal climatologo Michael Mann parlando della crescita delle temperature medie globali, da allora è usato come argomento a supporto del Global Warming (Mann, Bradley & Hughes). Il grafico mostra la ricostruzione storica delle temperature medie dell’emisfero nord dal XX secolo fino all’anno 1000.
Illustrazione: Marta Tranquilli
Link utili → Hockey Stick Graph
2001
Lago Ciad
LE IMMAGINI DELL’EMERGENZA CLIMATICA
Il Lago Ciad assicura il sostentamento di oltre 30 milioni di persone in Camerun, Ciad, Niger e Nigeria. Come risultato dell’aumento delle temperature, della desertificazione, dell’infertilità del suolo e di altre degradazioni ambientali, la superficie del lago si è ridotta del 90%, passando da 25.000 chilometri quadrati nel 1963 a meno di 1.500 chilometri quadrati nel 2001. Al ritmo attuale di recessione, il lago potrebbe scomparire tra circa vent’anni, secondo le previsioni climatiche della NASA. Il cambiamento climatico ha ridotto drasticamente l’allevamento di bestiame e i raccolti, esacerbando così l’insicurezza alimentare e la povertà dato che l’80-90% della popolazione locale nel bacino del lago dipende dall’agricoltura, dall’allevamento e dalla pesca.
Illustrazione: Marta Tranquilli
Link utili
→ FAO: Lake Chad, a sistem under threat
→ Treccani: Effetti del cambiamento climatico e violenza nel bacino del Chad
2005
Scioglimento dei ghiacciai
LE IMMAGINI DELL’EMERGENZA CLIMATICA
Nella primavera del 2005, l’acclamato fotografo ambientale James Balog si è recato nell’Artico con un difficile incarico per il National Geographic: catturare immagini che aiutassero a raccontare il cambiamento climatico della Terra. Chasing Ice è un documovie che vuole cambiare le sorti della storia mostrando prove innegabili del cambiamento climatico. Da questo progetto, Balog concepì Extreme Ice Survey, una spedizione in cui il fotografo ha iniziato a utilizzare rivoluzionarie fotocamere time-lapse nell’Artico per catturare una registrazione pluriennale del cambiamento dei ghiacciai del mondo. Ci vogliono anni prima che Balog veda i frutti del suo lavoro: i suoi video comprimono gli anni in secondi e catturano antiche montagne di ghiaccio in movimento mentre scompaiono a una velocità mozzafiato. E’ il primo film che videoriprende in maniera inconfutabile lo scioglimento dei ghiacciai nel mondo nel corso degli anni.
Illustrazione: Marco Paci
Link utili → Chasing Ice official trailer (video)
2006
Una scomoda verità
LE IMMAGINI DELL’EMERGENZA CLIMATICA
Un film documentario sul problema mondiale del riscaldamento globale. Il protagonista Al Gore, ex vicepresidente USA, presenta dati e testimonianze per dimostrare che la lobby del petrolio ha perpetrato molteplici casi di frode scientifica modificando articoli, esercitando pressioni indebite sugli scienziati e sui centri di ricerca al fine di manipolare l’opinione pubblica sulla verità scientifica dell’emergenza del riscaldamento globale.
Illustrazione: Marco Paci
Link utili → Official trailer (video)
2011
Waiting for Climate Change
LE IMMAGINI DELL’EMERGENZA CLIMATICA
Micro installazione negli spazi pubblici che denuncia l’inazione della politica rispetto alla crisi climatica. Nella serie Waiting for Climate Change, l’artista Isaac Cordal ha creato un gruppo di politici parzialmente sommersi (in riferimento al crescente innalzamento del livello del mare) a sottolineare tanto i rischi del surriscaldamento climatico (inondazioni, carestie, immigrazioni, perdite di vite umane, danni economici) come pure l’indifferenza generale e la mancanza di azione della politica.
Illustrazione: Marco Paci
Link utili → Artists & Climate Change: Isaac Cordal
2011
Disinvestire sul fossile
STORIA DELL’ATTIVISMO CLIMATICO
Gruppi di studenti negli Stati Uniti e successivamente nel Regno Unito e in tutto il mondo iniziano a fare pressione sulle Università affinché disinvestano dai combustibili fossili. È stata la nascita di un nuovo focus efficace per gli attivisti, e gli studenti hanno iniziato lentamente a vedere qualche successo. Nel 2014, 837 istituzioni e singoli investitori si erano impegnati a disinvestire, sebbene solo 13 di questi avessero sede negli Stati Uniti. Nello stesso anno, l’Università di Glasgow divenne la prima Università britannica a disinvestire. Un movimento globale, guidato dalla rete no-profit Fossil Free, ha aderito a gruppi in tutto il mondo per fare pressione su aziende e istituzioni affinché disinvestano e alla fine del 2019 si è assicurato 11 trilioni di dollari di disinvestimento dai combustibili fossili. Il movimento ha continuato a fiorire e all’inizio del 2020, metà delle 154 Università del Regno Unito, ad esempio, si erano impegnate a disinvestire dai combustibili fossili.
Illustrazione: Federico Mazzoleni
Link utili → fossilfree.org
2014
Ursus Bogu
LE IMMAGINI DELL’EMERGENZA CLIMATICA
La foto più utilizza per far vedere quanto rapidamente si scioglie il ghiaccio del Polo Nord. Ma si tratta di un’immagine artefatta, realizzata con Photoshop dal fotografo stesso che voleva creare un’immagine potente. Certo non è vietato, solo che è finita su tutti i giornali e su un’infinità di siti web. E adesso la gente crede che gran parte degli orsi polari vada tristemente alla deriva nel Mar Glaciale Artico. E’ la prova che il polo nord si sta sciogliendo? Tu cosa faresti se qualcuno tenetasse di convicerti usando una foto falsa? Non gli crederesti più!
Illustrazione: Irene Coletto
Link utili → Polar bear-gate: a picture is worth a thousand lies
2014
Vertebrati ridotti del 60%
CONTESTO
L’Indice del Pianeta Vivente (Living Planet Index) è un indicatore dello stato della biodiversità globale, elaborato dal WWF e dalla Zoological Society of London, che ci segnala lo stato di salute della biodiversità del nostro pianeta. Pubblicato per la prima volta nel 1998, per due decenni ha registrato l’abbondanza di 16.704 popolazioni di oltre 4.000 specie di mammiferi, uccelli, pesci, rettili e anfibi (gli animali Vertebrati) in tutto il mondo. L’Indice analizza i trend di queste popolazioni, selezionate in maniera scientifca, quale misura dei cambiamenti nella biodiversità. In questa edizione 2018, la ventesima del Living Planet Report, l’indice include i dati dal 1970 al 2014 e mostra un declino globale del 60% nella dimensione delle popolazioni di vertebrati che, in pratica, vale a dire un crollo di più della metà in meno di 50 anni.
Link utili → WWF: In 44 anni le popolazioni di vertebrati si sono ridotte del 60%
2015
Accordi di Parigi
CONTESTO
Gli Accordi di Parigi rimpiazzano il Kyoto Protocol, e sono adottati da quasi 200 paesi, USA inclusi. L’obiettivo è quello di contenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto della soglia di 2 °C e di limitare tale incremento a 1.5 °C. Il contenuto è stato negoziato tra 196 Stati. Gli Stati Uniti d’America si sono ritirati dall’accordo nel 2020 ma vi sono tornati nel 2021. L’accordo ha inoltre imposto una revisione dei progressi ogni cinque anni e lo sviluppo di un fondo di 100 miliardi di dollari entro il 2020, da ricostituire annualmente, per aiutare i paesi in via di sviluppo ad adottare tecnologie che non producano gas serra.
Link utili → Paris Agreement
2017
Alleanza delle Comunità Native contro Dakota Pipeline
STORIA DELL’ATTIVISMO CLIMATICO
Le comunità native americane del Dakota si sono opposte con presidi, un vero e proprio campo, e azioni legali all’apertura di un oleodotto sotto le loro terre, in particolare sotto il Lago Oahe. Le comunità indigene fanno affidamento sul lago, che considerano sacro, per l’acqua potabile e il cibo. Nonostante le azioni di protesta e le cause, l’oleodotto è stato inaugurato nel 2017 ma nel 2022 il movimento ha ottenuto da una Corte Federale che ne sia condotta una nuova valutazione di impatto ambientale che potrebbe portare a riconsiderarne il percorso sotto il Lago Oahe.
Illustrazione: Rocco Lombardi
Link utili
→ Environmental Justice Atlas
→ Protest history
→ The Guardian: US supreme court rejects Dakota Access pipeline appeal
2018
Fridays for Future e Greta Thumberg
STORIA DELL’ATTIVISMO CLIMATICO
Fridays for Future è un movimento internazionale di protesta per la Giustizia Climatica, composto da persone che organizzano e partecipano a manifestazioni in cui chiedono e rivendicano azioni politiche atte a prevenire il riscaldamento globale e il cambiamento climatico.
Illustrazione: Davide Abbate
Link utili → fridaysforfuture.org
2018
NVDA Azioni Dirette Non Violente
STORIA DELL’ATTIVISMO CLIMATICO
Il movimento XR ha messo a sistema le pratiche di azione diretta non violenta (NVDA – Non violent direct action) integrandole con principi femministi e decoloniali. Descritta anche come resistenza civile, disobbedienza civile, satyagraha, resistenza non violenta, azione diretta e militancia pacifica, le NVDA sono metodi di protesta e non-cooperazione che non danneggiano le altre persone e in cui il gruppo nonviolento fanno, o rifiutano di fare, determinate cose. Possono rifiutarsi di compiere atti che di solito eseguono o che sono tenuti a compiere per consuetudine o per legge; allo stesso modo possono eseguire atti che normalmente non eseguono, per consuetudine o per norma; o una combinazione di entrambi.
Link utili
→ The How-To Guide: Planning Effective NVDA (pdf)
→ Extintion Rebellion
2018
Report IPCC su aumento temperatura 1.5°
CONTESTO
Il report, stimando che le attività umane abbiano causato circa 1,0°C di riscaldamento globale sopra i livelli preindustriali, evidenzia che è probabile che il riscaldamento globale raggiunga 1,5°C tra il 2030 e il 2052 se continua ad aumentare al ritmo attuale. Il rapporto mette in evidenza un numero di impatti dei cambiamenti climatici che potrebbero essere evitati limitando il riscaldamento globale a 1,5°C anziché 2°C o più. Per esempio, entro il 2100 l’innalzamento del livello del mare su scala globale sarebbe più basso di 10 cm con un riscaldamento globale di 1,5°C rispetto a 2°C. Le barriere coralline diminuirebbero del 70-90% con un riscaldamento globale di 1,5°C, mentre con 2°C se ne perderebbe praticamente la totalità (>99%).
Link utili
→ IPCC: Summary for Policymakers
→ IPCC: Special Report
2018
Warming Stripes
LE IMMAGINI DELL’EMERGENZA CLIMATICA
Serie di visualizzazioni elaborata dagli scienzati dell’Università di Reading Ed Hawkins ed Ellie Highwood che evidenzia il cambiamento delle temperature in tutto il mondo nell’ultimo secolo e poco più. Il colore di ciascuna striscia rappresenta la temperatura di un singolo anno, ordinata dai primi dati disponibili in ciascuna località fino ad oggi. Tutte le altre informazioni superflue vengono rimosse in modo che i cambiamenti di temperatura siano visti in modo semplice e innegabile.
Illustrazione: Irene Coletto
Link utili
→ #ShowYourStripes
→ Warming Stripes
2022
Vernice e zuppe sulle opere d’arte
STORIA DELL’ATTIVISMO CLIMATICO
Negli ultimi due anni movimenti come Just Stop Oil e Ultima Generazione hanno realizzato azioni di coloratura temporanea di teche che proteggevano importantiopere d’arte in diversi musei europei, per portare il messaggio che non può esistere arte in un pianeta distrutto.
Illustrazione: Rocco Lombardi
Link utili → National Geographic: perchè gli attivisti stanno prendendo di mira l’arte
2022
Blocco dei jet privati
STORIA DELL’ATTIVISMO CLIMATICO
Alla vigilia della Cop 27, l’aeroporto Schiphol di Amsterdam è stato occupato da 500 attivist3 per il clima. L’occupazione si inserisce nella serie di azioni che denunciano l’impatto ambientale dei jet privati e richiedono il potenziamento del trasporto pubblico, in particolare su rotaia. Il volo di un jet privato ha le stesse emissioni di 10 voli di linea o 50 viaggi in treno in Europa.
Illustrazione: Davide Abbate
Link utili
→ Wired: Cosa prevede la proposta di legge per bloccare l’uso di jet privati in Italia
→ The Indipendent: Climate protesters on bikes stop private planes from taking off ahead of Cop27 summit
2022
Go-Change contro l’estrazione di Litio in Serbia
STORIA DELL’ATTIVISMO CLIMATICO
Una coalizione di comunità locali e associazioni ambientaliste Go – Change, ha consegnato al governo serbo 290.000 firme per la petizione Rio Tinto, marcia dalla Drina, in cui si chiede l’abolizione del progetto Jadar, ovvero la costruzione di una mega miniera di litio da parte del colosso mondiale di estrazione di materie prime Rio Tinto. La valle di Jadar infatti, è un’area rurale importante per il Paese, in cui si trovano i bacini dei fiumi Drina e Sava e da cui circa 2,5 milioni di persone vengono rifornite di acqua potabile. Il movimento ha ottenuto dal governo (sotto elezioni), la sospensione dell’accordo con l’azienda detentrice dei permessi di estrazione.
Illustrazione: Gabriele Peddes
Link utili
→ Protests history
→ Balkan Insight: Rio Tinto spends million euros on serbian land since mine cancellation
2023
Referendum per bloccare le trivellazioni in Amazzonia
STORIA DELL’ATTIVISMO CLIMATICO
Il 20 agosto 2023 in Ecuador è stato approvato tramite referendum il blocco delle trivellazioni petrolifere nel Parco nazionale Yasuní che è parte della foresta Amazzonica. Il referendum era stato indetto sulla base di una mobilitazione durata dieci anni da parte del movimento Yasunidos con un intenso lavoro di mobilitazione in cui hanno raccolto 700.000 firme! Per chiedere il referendum ne sarebbero bastate 200.000.
Illustrazione: Gabriele Peddes
Link utili
→ The New York Times: Would You Vote to Halt Drilling? In Ecuador, They’re Getting the Chance
→ Lifegate: Gli ecuadoriani hanno detto di no al petrolio, cosa farà il governo?
2023
Riconoscimento del Diritto Costituzionale alla sicurezza climatica
STORIA DELL’ATTIVISMO CLIMATICO
Nello stato del Montana (USA) una Corte Statale ha accolto la richiesta da parte di giovani e adolescenti di vedere riconosciuto e garantito dallo Stato il diritto della cittadinanza a un ambiente non inquinato e salutare e di valutare l’impatto su ambiente e salute delle politiche economiche (in particolare nel settore dell energia) in occasione di rilascio di autorizzazioni. Negli USA ci sono altre azioni legali analoghe: quattro a livello statale (di cui una nelle Hawai) e una a livello federale.
Illustrazione: Gabriele Peddes
Link utili
→ Lifegate: In Montana un tribunale ha fatto giustizia (climatica) ascoltando i giovani
→ The New York Times: Climate chang was on trial in Montana
2023
Fiume Po ai minimi storici
LE IMMAGINI DELL’EMERGENZA CLIMATICA
Con appena 338 metri cubi al secondo di acqua nel marzo 2023, la portata del fiume Po ha raggiunto il suo minimo storico per questo periodo, come analizzato dall’Osservatorio dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica e Irrigazione (Anbi). Il CNR evidenzia il manifestarsi nell’Italia settentrionale di un effetto combinato di temperature sopra la media e scarsissime precipitazioni definito come anomalia termica-deficit pluvometrico.
Illustrazione: Rocco Lombardi
Link utili → Wired: Il Po è ai minimi storici
2023
Crollano le dighe a Darma, in Libia a causa della tempesta Daniel
LE IMMAGINI DELL’EMERGENZA CLIMATICA
La tempesta Daniel ha portato pioggie fuori dall ordinario nel Mediterraneo Orientale a inizio settembre. Il 10 settembre 2023 ha colpito l’est della Libia, ingrossando i fiumi nella zona della città di Derna in particolare. Due dighe sopra la città sono crollate causando la morte di migliaia di persone (circa 4.000 per OMS e 11.000 per la Mezza Luna Rossa), con oltre 10.000 dispersi e migliaia di sfollati, 800 edifici sono stati distrutti e c’è un alto rischio ambientale e per la salute a causa di cadaveri, carcasse e detriti dispersi in mare.
Illustrazione: Gabriele Peddes
Link utili
→ Aljazeera: Mapping Libya’s catastrophic flood damage in Derna after Storm Daniel
→ The Guardian: ‘I never thought we would survive’: Derna after the deluge